L’uomo ha avuto bisogno di un luogo in cui ripararsi sin dai tempi più remoti. Le abitazioni del passato erano costruite essenzialmente con pietra e legno. Questi materiali sono ancora oggi i più utilizzati nell’ambito dell’edilizia anche se, nel corso del tempo, l’essere umano ha imparato a modificarli e modellarli a proprio piacimento per soddisfare le sue personali esigenze di funzionalità, economicità, resistenza ed estetica. In particolare, il legno che si utilizza oggi nell’ambito delle costruzioni viene denominato “legno strutturale”, e presenta una serie di caratteristiche che lo differenziano notevolmente dal legno naturale.
Come già detto, il legno è sempre stato uno dei materiali più utilizzati dall’uomo in campo edilizio; questo materiale, infatti, non solo è disponibile in grande quantità in natura, ma anche è facilmente lavorabile e resistente all’usura del tempo. La pressoché enorme quantità di legno a disposizione dell’uomo del passato ha fatto sì che le prime abitazioni erette utilizzando solo questo materiale fossero costruire con la soluzione più dispendiosa in termini di legno utilizzato. Questo tipo di tecnica costruttiva prende il nome di “blockbau” e si propone di erigere un’abitazione affiancando verticalmente tronchi di legno (opportunamente incastrati fra di loro ai lati) per formare le quattro pareti della casa-base.
Nel Diciannovesimo secolo, grazie all’introduzione nell’edilizia di nuovi materiali (acciaio, calcestruzzo cementizio armato) e tecniche costruttive, l’utilizzo del legno come materiale da costruzione è diminuito notevolmente. Il legno, soprattutto in Italia, non è stato più giudicato un materiale economicamente e strutturalmente conveniente. Di conseguenza, per lunghi decenni, il legno ha avuto un ruolo marginale nell’edilizia: lo si usava soltanto per costruire le impalcature o per creare le cassaforme atte a contenere i getti di calcestruzzo.
Questa tendenza non ha però preso piede in America, dove l’utilizzo del legno nella costruzione di abitazioni civili non ha mai subito un decremento nel corso degli anni. Anzi, grazie allo sviluppo tecnologico, sono state condotte nuove sperimentazioni sul legno strutturale, individuando nuove soluzioni tecniche e strutturali per renderlo più adatto alle norme che al giorno d’oggi devono essere osservate in campo edilizio. Negli ultimi anni, queste innovazioni hanno raggiunto anche l’Italia dove, seppur in maniera lenta e graduale, il legno sta ricominciando ad assumere un ruolo sempre più importante nel campo delle costruzioni.
Il legno naturale giunge in fabbrica sotto forma di tronchi sfogliati. Dopo essere stati opportunamente segati, questi tronchi vengono sottoposti ad una serie di trattamenti che mirano alla creazione di un prodotto grezzo che atto all’utilizzo nel settore delle costruzioni. Per far ciò, il legno viene adeguatamente pulito, tagliato e tranciato in travi o blocchi di diversa dimensione. Il legno che arriva in fabbrica proviene perlopiù da alberi di alto fusto come il pino, il larice, l’abete e il castagno. Le travi sagomate in fabbrica possono subire ulteriori trattamenti (incollaggio, avvitamento con viti meccaniche, pressatura, etc) che mirano al miglioramento delle caratteristiche meccaniche del materiale.
Il legno è un materiale a cui non si riesce a rinunciare nel campo delle costruzioni anche perché è facilmente reperibile e lavorabile (anche in loco), grazie all’ausilio di appositi strumenti come ad esempio seghe o pialle. E’ sia economico che affidabile. Grazie alle tecnologie odierne, è possibile incrementarne ulteriormente la durabilità sia a fatica che all’usura del tempo e degli agenti atmosferici.